Le prime testimonianze di coltivazione del riso nel mantovano risalgono al periodo di Federico II Gonzaga (1500-1540).
Grazie alla realizzazione di imponenti opere di bonifica idraulica, nacquero numerose corti risicole che permisero in breve tempo l'estensione della coltivazione del riso in tutto il Sinistra Mincio, tanto che verso la metà del '700, ben 2.600 ettari circa erano coltivati a riso.
Una figura ancora oggi molto importante è quella del "riser". Egli ha il delicato compito di vigilare affinché il livello dell'acqua nella risaia sia sempre ottimale. Abbassando o alzando il livello dell'acqua è infatti possibile favorire il radicamento delle piantine appena nate e combattere i parassiti acquatici limitando quindi gli interventi di diserbo.L'arte del "riser" è quindi indispensabile sia per la produttività della risaia che per la qualità del riso.
Tra le maggiori tradizioni locali, emergono le Feste dedicate al riso, che si svolgono nei mesi estivi presso i dodici comuni compresi, poi c'è la Bigolada, secolare spaghettata del Mercoledì delle Ceneri a Casteldario, mentre a giugno presso il Comune di Bigarello si celebra la maschera di Arlecchino, nata proprio da quelle parti.
Notevole importanza ricopre la festa annuale dell'associazione denominata appunto "Festa del riso e dei risotti mantovani" che si svolge, anche quest'anno dal 3 al 20 ottobre, e che vede gli associati, portare il meglio della propria arte culinaria, confrontandosi anche con altre realtà nazionali ed internazionali. Le stesse specialità a base di riso si possono ritrovare nelle numerose strutture ricettive presenti sul territorio quali ristoranti, agriturismi, osterie ed alberghi.
Dal 3 al 20 ottobre, dunque, tutte le sere e le domeniche, anche a pranzo, sarà possibile gustare i famosi risotti mantovani che saranno proposti nei numerosi stand gastronomici
il programma completo
strade del riso mantovano